RIMEDIO
Per la sua prima collezione, lo studio AYT ha invitato il pittore Guillaume Alby, noto come Remed.
Il suo linguaggio artistico, istintivo e universale al tempo stesso, insieme alla potenza e alla serenità delle figure femminili presenti nelle sue opere, sono stati una delle principali fonti di ispirazione per le silhouette di AYT.
"Dipingo come si scrive un diario personale, un libro di invenzioni o un saggio filosofico. Per me, l'arte è la fusione sincera di scienza e anima. Vivo ciò che sento, dipingo ciò che vivo."
Guglielmo Alby
Remed è nato a Parigi e ora vive a Suances, in Spagna. Il suo lavoro è ugualmente influenzato da artisti classici del XX secolo come Modigliani e Léger, così come dall'arte marocchina Zellige (una forma altamente decorativa di terracotta smaltata). Le sue creazioni possiedono una qualità unica e immediatamente riconoscibile, evidente sia nelle micro che nelle macro espressioni della sua arte.
Lavorando all'intersezione tra matematica e calligrafia, cerca una purezza armoniosa, fondendo forme strutturate con fluidità e movimento. L'arte di Remed è una ricerca della verità attraverso la semplicità, un linguaggio universale di forma e colore. Sebbene ora viva a Suances, è cresciuto a Lille e inizialmente ha intrapreso una carriera nella grafica. Tuttavia, un incontro con un compagno di studi lo ha portato a scoprire i graffiti, una svolta nel suo percorso artistico.
Quando iniziò a creare murales su larga scala, il suo lavoro si sviluppò in un linguaggio visivo altamente cosmologico e spirituale. Nel tempo, il suo stile abbracciò una semplicità illustrativa migliorata, perfezionando contemporaneamente i suoi complessi elementi narrativi. Profondamente affascinato dalla connessione tra matematica ed estetica, il lavoro di Remed riflette un mondo in cui armonia e struttura si intrecciano, permeato da un senso di equilibrio e contrasto.
Le opere originali di Remed sono disponibili presso la Galleria ADDA: www.addagallery.com.
Per qualsiasi richiesta, contattare adda@addagallery.com .
